Reclusione, onde, integrazione
Il virus “Covid-19” ci ha costretti a casa per mesi ed ha posto in evidenza due bisogni fondamentali. Il movimento, senza il quale non vi è salute e, ancora più importante, il bisogno di integrazione e contatto con la natura, vitale per l’equilibrio psicologico. In questi lunghi mesi passati in condizione di ‘reclusione sanitaria’ abbiamo capito che lo sport out-door é indispensabile sia al corpo che alla mente.
La sfera fisica e psicologica rappresentano due facce della stessa medaglia e trovano negli sport acquatici un ambito di interessante sperimentazione.
La scienza ci insegna che l’energia del sole, il contatto con la battigia e con il sale marino, l’esercizio fisico all’aperto sono variabili di rilievo nella ricerca del benessere. La luce solare permette una produzione maggiore di serotonina, l’ormone della felicità. Il mare, e in particolare la schiuma delle onde, attraverso i suoi ioni negativi contribuisce a ridurre lo stress. E ancora, l’esercizio fisico sulla spiaggia partecipa attivamente nella liberazione delle tensioni accumulate, riportando l’equilibrio anche nelle nostre relazioni sociali.
La percezione di vulnerabilità alla quale il virus ci ha esposti, unito al cambio forzato delle abitudini quotidiane, ha creato un ambiente dannoso. Un vero e proprio ‘carcere’ dal quale siamo usciti stressati e fisicamente debilitati.
Se non correttamente liberate, l’ansia e le preoccupazioni possono facilmente sfociare in sintomatologie fisiche, con tutti i disturbi correlati, ed in ancor più temibili sindromi depressive.

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La surf therapy, utilizzata da anni all’estero, si inserisce perfettamente in questa ottica di bilanciamento psicofisico e si è rivelata utile nel trattamento di Stress Post Traumatico (PTS), una sindrome depressiva comune tra i reduci di guerra, i reclusi e negli ex tossicodipendenti.
Di cosa si tratta? si può applicare alla vita post-Covid? Varie ricerche scientifiche hanno evidenziato che cavalcare onde favorisce lo sviluppo della gestione dello stress e degli stati emotivi come paura, ansia. Il mare, per definizione imprevedibile, é una peretta metafora della vita.
Mette alla prova le risorse di cui il soggetto dispone, imponendogli di sviluppare meccanismi fisici e psicologici attivi, vere strategie di ‘coping’, spendibili poi nella vita quotidiana.
A questo proposito, dal 2017, Isola Surf promuove il “Mana Project”, un iniziativa di profonda valenza sociale che coinvolge i detenuti del carcere Malaspina di Palermo e finalizzata alla graduale re-immissione nella società attraverso la pratica del surf.
Al nostro programma di Surf Therapy, il primo in Italia, hanno partecipato giovani tra i 14 e i 21 anni, in situazioni di disagio sociale, quindi a rischio devianza. L’iniziativa, giunta alla terza edizione, è stata promossa dall’Associazione Sportiva “Isola Surf” dall’architetto Paolo Pavone che ha redatto il progetto e coordinata dello psicologo Martino Lo Cascio.
I risultati della Surf Therapy sono visibili fin da subito, nella gioia dei partecipanti esposti alla forza rigenerante delle onde e all’entusiasmo dei nostri istruttori, coinvolti in un progetto socialmente utile. Ma i veri benefici sono quelli a lungo termine, legati al superamento di una sfida. Ce lo spiega Danilo La Mantia, fondatore e presidente di Isola Surf.
“Per i neofiti, onde di un metro già costituiscono una condizione impegnativa. Il rumore dell’onda che frange, la visione del muro d’acqua che si alza verticale, li pone in posizione debole, si sentono minacciati, in pericolo. Condizione dalla quale possono uscire adattandosi, sviluppando strategie adeguate e fidandosi degli istruttori. Leggere i cicli delle onde, capire come pagaiare e dove posizionarsi, mettersi in piedi al momento giusto sono parte integrante di questo processo di crescita fisica e psicologica”.
Infatti quando il cervello rivela un pericolo, invia adrenalina ad ogni parte del corpo per preparaci all’azione. Una volta superato questo pericolo, una volta affrontata con successo l’onda, il cervello produce invece dopamina, una sostanza chimica in grado di donare benessere, rilassamento e indurre autostima.
Il ciclo di paura, analisi, reazione fisica, successo, una volta vissuto in mare, viene replicato con successo nella sfida quotidiana alle difficoltà. Il parallelo con la vita che li attende fuori dal carcere (o dopo un lungo isolamento come quello post COVID) è immediato.
“I ragazzi del penitenziario hanno raggiunto gli obiettivi tecnici e si sono messi in piedi fin dal primo giorno”. Racconta orgogliosamente Danilo, “in una sola settimana hanno superato le loro paure e si sono lasciati andare ai ritmi delle onde e della spiaggia. Vederli lasciare la spiaggia sorridenti e sicuri di sé è stata la più bella ricompensa per il team di istruttori. Nelle settimane seguenti il Signor Lo Cascio ci ha confermato che la loro condizione fisica e psicologica è notevolmente migliorata. È incredibile quanto il mare possa cambiare la vita delle persone!”
E non serve essere nella loro condizione per godersi i benefici della vita all’aria aperta e del surf in particolare. Una giornata tra le onde, accompagnati da istruttori qualificati, può fare miracoli in questi mesi di difficile ritorno alla normalità.
Per maggiori info e prenotazioni contattare:
Mail: info@isolasurf.it