Una testimonianza di chi ha scelto di iniziare a fare surf
Fu la prima domanda che mi posi quando decisi di cominciare questo sport.
Me lo chiesi perché avevo un’amico che si era offerto di insegnarmi, prestandomi la sua tavola e dandomi qualche consiglio.
Ricordo che nonostante fossi grata della sua offerta, decisi di cominciare direttamente con un’istruttore brevettato.
Con il senno di poi, posso tranquillamente affermare che presi la scelta più giusta.
Da li a poco capii la reale importanza delle prime lezioni e soprattutto delle parti teoriche delle lezioni, inerenti all’analisi dello spot, delle correnti e in generale delle regole da rispettare per divertirsi in sicurezza.
Non bisogna mai sottovalutare le onde e il mare, o sopravvalutare le proprie prestazioni.
Poco dopo le prime lezioni prese ad isola surf, mi capitò di entrare in acqua a Malibu, in California, durante un viaggio.
Durante la session mi ritrovai in una RIP current ( forte corrente di ritorno ) che cominciò a spingermi verso l’oceano aperto.
In quell’occasione ringraziai tutte le lezioni teoriche sulle correnti, che mi permisero di fronteggiare quella situazione. Probabilmente se avessi deciso di iniziare in autonomia, quella situazione avrebbe avuto un epilogo differente.
Ritrovarsi con tavole non adatte, in mezzo ad un mare troppo attivo o in una line up affollata senza sapere come muoversi, oltre che pericoloso, può portare a frustrazione, che è una delle principali ragioni per le quali si decide di non continuare.
Tornata in Italia, non avevo alcun dubbio sul fatto che avrei voluto continuare le lezioni, i training, e tutte le attività che la scuola surf offriva. E così feci.
Scegliere bene come iniziare un percorso può fare la differenza, specie trattandosi del surf intrapreso dopo l’adolescenza, che ha tempi di apprendimento più lunghi e faticosi.
I tempi si allungano, poi, se praticato in Italia, dove le condizioni di onde adatte a progredire sono più rare rispetto all’oceano.
Ecco perché il coaching è fondamentale.
In primis, per ottimizzare energia e rendimento, sfruttando bene i momenti dei quali si dispone.
La prestazione, infatti, non dipende soltanto dalle proprie capacità, ma da una moltitudine di fattori, quali le onde, il vento, le tavole giuste, gli spot giusti ma soprattutto i momenti giusti.
Riconoscere e padroneggiare questi fattori è possibile solo tramite esperienza.
Essere seguiti nella fase iniziale, serve per correggere gli errori inerenti alla propria posizione sulla tavola.
Percepire i propri errori è pressoché impossibile, specialmente quando non si ha la possibilità di rivedersi. Gli stessi errori, se non aggiustati per tempo, tendono a riproporsi come meccanismi involontari, diventando così più difficili da modificare.
Continuare poi con le lezioni, i training, le sessioni di videoanalisi, e tutte le attività che la scuola offre, serve per imparare davvero a divertirsi con le onde.
Prestissimo, infatti, mi resi conto che la linea che intercorre tra miglioramento e divertimento è davvero sottile.
Ogni miglioramento era una scoperta, e ogni scoperta aumentava esponenzialmente il mio divertimento e la mia voglia di entrare in acqua.
Ogni allenamento apportava miglioramenti visibili nelle mie prestazioni psico-fisiche.
Oggi riguardando i video delle mie prime onde mi rendo davvero conto di quanto sia stato importante fare un percorso assistito da una scuola surf. Non aver mai abbandonato il coaching mi ha aiutato prima di tutto a non sprecare tempo, imparando le giuste teorie.
Ancora più importante, mi ha trasmesso motivazione, passione e rispetto.
Aumentare il proprio livello nel surf significa essere in grado di fronteggiare diverse condizioni di onde e non doversi precludere il divertimento quando il mare è troppo grosso.